Psiconews
Psicologia e neuroscienze, fra il sacro e profano!
mercoledì 25 dicembre 2013
After image effect!!
sabato 6 aprile 2013
Ecco alcuni sconcertanti dati ottenuti dall’indagine sul benessere percepito dagli italiani
Australia
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Italia
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Indice PWI
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75
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58
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Tenore di vita
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77
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59
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Salute
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75
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72
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Realizzazione personale
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74
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63
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Relazioni personali
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80
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63
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Sicurezza personale
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78
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60
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Sentirsi parte della comunità in
cui si vive
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71
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51
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Fiducia nel futuro
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70
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37
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Soddisfazione generale per la
vita
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78
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61
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mercoledì 3 aprile 2013
Questionario sul benessere personale
Qual è il livello di benessere personale percepito dagli italiani?
Compila il questionario a questo link:
http://
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venerdì 13 aprile 2012
Il disgusto: "che schifo!"
Il disgusto è una emozione di base comune a tutti gli esseri umani; per decenni nessuno ha veramente capito il motivo della sua esistenza; gli scienziati ora ritengono che possiamo trovare la risposta esaminando le cose che ci disgustano.
Alla fine degli anni 90, la dottoressa Valerie Curtis ha scoperto alcune interessanti caratteristiche culturali del disgusto; ad esempio, il cibo cucinato da una donna con le mestruazioni è una causa di forte disgusto in India; mentre le persone obese erano ritenute particolarmente disgustose nei Paesi Bassi. In generale però le persone, da qualunque parte provenissero, sembravano convergere verso alcuni elementi, considerati universalmente rivoltanti, ad esempio:
1)Secrezioni corporee - feci (cacca), vomito, sputi, sudore, sangue, pus, fluidi sessuali;
2)Parti del corpo - Ferite, cadaveri, amputazioni;
3)Cibo in decomposizione - in particolare la carne e pesce marcio, spazzatura;
4)Alcune creature viventi - mosche, vermi, pidocchi, vermi, ratti, cani e gatti ;
5)Persone malate o contaminate.
La presenza di queste fonti universali di disgusto ha portato la Curtis a ipotizzare che il disgusto potrebbe essere determinato geneticamente; sarebbe impresso nel nostro codice biologico e derivato da milioni di anni di selezione naturale.
Ma che cosa ha spinto la selezione naturale a produrre un'emozione come il disgusto? Secondo la Curtis le cose disgustose sono anche potenzialmente infettive; ritiene quindi che il disgusto sia un meccanismo biologico funzionale a evitare malattie infettive.
Lontano dagli occhi lontano dal cuore?
Le indicazioni visive sono così potenti da portarci a reazioni di paura e disgusto, anche davanti cose che razionalmente sappiamo essere innocue; prendiamo come esempio i vermi: molte specie di vermi sono innocue e persino commestibili. Quando però vediamo foto come questa rimaniamo abbastanza schifati:
Secondo la Curtis, nel corso di milioni di anni, abbiamo sviluppato un istinto che ci porta a provare disgusto verso vermi e insetti; ciò permetterebbe di salvaguardarci da possibili parassiti come zecche, pidocchi, vermi intestinali.
Un altro senso fondamentale è l'olfatto.
L'odore, o meglio il “puzzo”, provoca una forte reazione negli esseri umani, tanto che l'esercito americano ha cercato di sviluppare bombe maleodoranti per azioni antisommossa.
L'odore di un cadavere provoca allerta, aumenta la vigilanza e porta le persone a tenersi a distanza dalla fonte maleodorante.
Anche le persone che usano poco il sapone sono ritenute disgustose e provocano negli altri una certa repulsione, che li mantiene a debita distanza.
Un piccolo aneddoto:
"Non ti lavare, sto tornando a casa!", scriveva Napoleone a Josephine,sua amante.
Napoleone amava le donne "odorose", o meglio puzzolenti.
De gustibus non est disputandum!
martedì 10 aprile 2012
Scherzi percettivi: illusione ottica derivata da contorni speciali
Lo so... non sarà facile convincervi, almeno inizialmente, ma le due facce di questo solido hanno lo stesso colore.
A prima vista la parte superiore può sembrare più scura, ma se coprite con un dito la zona che separa le due facce vi convincete di quello che sto dicendo.
Questa illusione ottica deriva dalla ben più famosa illusione di Cornsweet.
In generale possiamo dire che “quando due regioni identiche sono separate da un contorno speciale composto da due gradienti di luminanza adiacenti, la regione che confina con il gradiente scuro (qui, la faccia superiore del solido) appare uniformemente più scura della regione che confina con il gradiente chiaro (qui, la faccia inferiore del solido)”.
sabato 7 aprile 2012
Misurare la felicità
mercoledì 4 aprile 2012
Perché una faccia simmetrica risulta più attraente?
La simmetria facciale è un argomento che è stato particolarmente studiato dai ricercatori. In generale una faccia simmetrica risulta più attraente di una faccia asimmetrica.
Le ragioni di questo fenomeno non sono ancora del tutto chiare. Possiamo trovare in letteratura due tipi di interpretazioni: da una parte la “Evolutionary Advantage view” e dall'altra la “Perceptual Bias view”.
L' “Evolutionary Advantage view” propone che le facce simmetriche siano attraenti perché indicano che l'individuo è in salute. I nostri geni sono programmati per dar luogo a uno sviluppo strutturale simmetrico; malattie e infezioni possono produrre delle irregolarità anatomiche (ad esempio asimmetrie facciali). Un soggetto con un volto simmetrico dimostra di aver un buon sistema immunitario, una buona salute e di essere in grado di trasferire queste qualità alla prole.
Alcuni studi sugli animali hanno confermato una relazione fra simmetria corporea e salute fisica
Ad esempio,rondini e pavoni con le piume simmetriche sono particolarmente sani e risultano essere i partner preferiti. Lars Penke ha condotto una serie di studi sugli esseri umani giungendo alla conclusione che maggiore è la simmetria facciale, maggiore è la probabilità di mantenere la salute mentale nell'anzianità.
Secondo la “Perceptual Bias view”, il nostro sistema percettivo è programmato in modo tale che gli stimoli simmetrici sono più semplici da elaborare. Questa maggiore semplicità di elaborazione si tramuterebbe non solo in una preferenza per le facce simmetriche, ma per tutti gli oggetti che mostrano una maggiore simmetria.
mercoledì 14 marzo 2012
Ecco un teschio fatto di vere e proprie fette di cervello umano!
L’artista Noah Scalin ha creato un teschio gigante con le centinaia di fette di cervello raccolte e conservate con cura dal College of Physicians’ Mütter Museum di Philadelphia.
venerdì 9 marzo 2012
La qualità della vita in Italia. I soldi fanno la felicità?
Il modello di analisi adottato dal Sole 24 Ore ha il pregio di considerare molteplici dimensioni, ad esempio il tenore di vita, i servizi per la salute, l’ordine pubblico, ecc., il che è corretto, dato che la nostra percezione di benessere è influenzata dai molteplici ambiti della nostra vita, che insieme concorrono alla percezione di benessere globale. Tuttavia, se osserviamo con più attenzione sulla base di quali indici viene misurata la qualità della vita, forse ci troveremo un po’ perplessi. Ad esempio, la qualità del clima è una dimensione che concorre alla percezione di benessere. Ma come viene misurata? Attraverso la differenza tra la temperatura registrata nel mese più caldo e quella registrata nel mese più freddo dell’anno! L’applicazione di questo criterio porta ad esempio ad attribuire alla provincia di Reggio Calabria il punteggio massimo di 1000 punti, e ad attribuire alle Province di Trento e Bolzano un punteggio che è circa la metà (579 e 574 punti). Si tratta in effetti di Province che per la localizzazione geografica e per la configurazione orografica presentano inverni molto rigidi, ma vogliamo dire che a Trento e Bolzano il clima influenza negativamente il benessere? Chi, in agosto, non desidererebbe fuggire dalla canicola della città per andarsi a godere il fresco delle Dolomiti?
Un altro indice molto controverso è il PIL. Si assume che una nazione ricca abbia anche una migliore qualità della vita. Riguardo questo tema, nel 1974 Richard Easterlin pubblicò un articolo: “Does economic growth improve the human lot?”, in parole povere: i soldi fanno la felicità? Easterlin, professore di economia all’Università della California meridionale, evidenziò che nel corso della vita la felicità delle persone dipende molto poco dalle variazioni di reddito e di ricchezza. Questo paradosso, secondo Easterlin, si può spiegare osservando che, quando aumenta il reddito, e quindi il benessere economico, la felicità umana aumenta fino ad un certo punto, poi comincia a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata. Il “paradosso di Easterlin” ha messo in crisi l'impostazione mondiale dei mercati indirizzati alla crescita misurata sulla base del PNL/PIL ed ha portato economisti e psicologi ad interrogarsi più approfonditamente su che cosa intendono le persone per "felicità". Se, infatti, raggiungere il benessere economico non garantisce una vita felice, il paradosso di Easterlin induce a riflettere su quali obiettivi e quale stile di vita è meglio perseguire e quali sono le prospettive di benessere sociale per una società che intenda mettere la persona e i suoi bisogni al centro di ogni decisione pubblica.
Questo dibattito trova nel lontano 1968 un input di grande respiro in un discorso tenuto all’università del Kansas dal candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d’America Robert Kennedy:
“Non troveremo mai un fine per la nazione, né una nostra personale soddisfazione, nel mero perseguimento del benessere economico, nell' ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.”
Gli indici di qualità della vita sono tutt’altro che un gioco di classifiche: in Paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda, le nuove leggi che il governo vuole varare vengono valutate anche in base all’impatto che determineranno sugli indicatori del benessere (Personal Wellbeing Index).
In Italia, l’Istat e il Cnel stanno lavorando per insegnare alle istituzioni un nuovo modo di pensare alla qualità della vita. Per capire se la gente sta bene o sta male il PIL non basta. È necessario integrare il PIL con altri indicatori, compresi quelli relativi alle diseguaglianze (non solo di reddito) e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. A questo scopo è stato istituito un Comitato di indirizzo incaricato di sviluppare un approccio multidimensionale del “benessere equo e sostenibile” (Bes).
Negli ultimi anni, le parole di Kennedy stanno trovando un’applicazione pratica e la qualità della vita comincia ad essere vista soprattutto dal punto di vista del benessere soggettivo. Nel Novembre 2011 l’Istat ha presentato i dati di un’indagine riguardo l’importanza delle dimensioni del benessere per i cittadini. Lo scopo della ricerca era quello di capire quanto le persone giudicano importanti, su una scala da 1 a 10, i vari aspetti della vita che contribuiscono al benessere personale. Ecco le medie dei punteggi attribuiti a ciascuna dimensione:
Dimensioni del benessere | Punteggi medi |
Essere in buona salute | 9,7 |
Poter assicurare il futuro dei figli dal punto di vista economico e sociale | 9,3 |
Avere un lavoro dignitoso di cui essere soddisfatto | 9,2 |
Un reddito adeguato | 9,1 |
Buone relazioni con amici e parenti | 9,1 |
Essere felici in amore | 9,0 |
Sentirsi sicuri nei confronti della criminalità | 9,0 |
Il presente e il futuro delle condizioni dell’ambiente | 8,9 |
Un buon livello di istruzione | 8,9 |
Vivere in una società in cui ci si possa fidare degli altri | 8,9 |
Istituzioni pubbliche in grado di svolgere bene la loro funzione | 8,8 |
Servizi di pubblica utilità accessibili e di buona qualità | 8,7 |
Tempo libero adeguato e di buona qualità | 8,5 |
Poter influire sulle decisioni dei poteri locali e nazionali | 7,9 |
Partecipare alla vita della comunità locale attraverso strutture politiche o associazioni | 7,1 |
sabato 11 febbraio 2012
Psicologi e Psichiatri come stregoni nei tribunali del New Mexico
Quando uno psicologo o uno psichiatra partecipano ad un udienza processuale come periti devono indossare un cappello a forma di cono. Sulla superficie del cappello devono essere stampati stelle e fulmini. Inoltre sono tenuti ad indossare una barba bianca non inferiore a 18cm di lunghezza e a pronunciare gli elementi cruciali della loro perizia con dei colpetti scanditi in aria con una bacchetta (magica?).
L'emendamento, che aveva uno scopo satirico, è stata approvato all'unanimità!
venerdì 3 febbraio 2012
Grazie Chomsky!
After image effect!!
Guarda il + nel centro dello schermo. Dovresti iniziare a vedere un punto verde che ruota intorno al cerchio. Questo punto verde è un’illus...
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Ehm, la gente non sbadiglia semplicemente perché è annoiata o stanca? Si, è vero, si tende a sbadigliare più spesso quando stiamo per cori...
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Da overlawyered.com leggiamo che nel 1995, nel New Mexico, il senatore Duncan Scott ha introdotto un emendamento che prevede: Quando u...