mercoledì 11 gennaio 2012

“Non sapevo di essere incinta”: ecco svelato il mistero!



Coloro che la domenica sera si sono sintonizzati sul canale Real Time, saranno rimasti sicuramente sconvolti dal nuovo programma “Non sapevo di essere incinta”, che documenta lo strano fenomeno che vede protagoniste alcune donne completamente ignare della propria gravidanza. Attraverso ricostruzioni e interviste, le donne ci raccontano come non sapessero di essere incinte, dal concepimento fino allo shock del parto. Come me, molti (soprattutto molte) si saranno chiesti: com’è possibile?! 
La gravidanza comporta cambiamenti così eclatanti che ci pare difficile credere a queste storie così come ci vengono presentate. L’interpretazione più plausibile è che queste donne abbiano messo in atto una difesa psicologica molto potente: la negazione. Le paure inconsce o preconsce della gravidanza sono così terrificanti che i segni e i sintomi vengono mantenuti al di fuori della coscienza.
In letteratura vengono descritte varie forme di negazione di gravidanza, che vanno da forme più leggere di disconoscimento della realtà emotiva della gravidanza, fino alla soppressione della consapevolezza di essere incinte e al più grave diniego psicotico.
Il diniego emotivo riguarda donne consapevoli di essere incinte, ma che non modificano il loro comportamento di conseguenza: non cambiano dieta, guardaroba, tipo di attività fisica, non fantasticano sul bambino in arrivo, non pensano al nome da dargli e non preparano l’occorrente per il nascituro. Questo tipo di negazione è stato spesso osservato in donne che hanno perso il loro primo figlio, soprattutto in casi di morte infantile precoce; è stato osservato anche in donne che fanno abuso di droghe e che si sentono in colpa riguardo le potenziali conseguenze dannose.
Un tipo di negazione più estrema è quella che ci viene proposta da Real Time: si tratta di donne che sopprimono la coscienza di essere incinte durante tutta la gravidanza. Tipicamente, queste donne prendono poco peso e quelle a cui capita attribuiscono i chili in più semplicemente al fatto di essere ingrassate. Quelle che non possono attribuire l’amenorrea alla menopausa o a cicli irregolari, spesso mostrano episodi di emorragie durante la gravidanza. Inoltre, rispetto alla norma, manifestano raramente i tipici sintomi di gravidanza; quando ciò avviene, come nel caso della nausea o del vomito, il sintomo viene attribuito ad altre cause.
Perfino i segni e i sintomi del travaglio vengono mal interpretati; ad esempio, le contrazioni vengono esperite come bisogno di defecare e la rottura delle acque come incontinenza urinaria. Durante il travaglio e il parto, queste donne mostrano spesso segni di dissociazione, è infatti il momento in cui crollano tutte le loro difese e devono accettare la realtà. I casi che ci vengono riportati dal programma televisivo fortunatamente hanno un lieto fine e le donne riescono ad assumere il ruolo di madre, ma in casi più gravi il diniego può protrarsi più a lungo, compromettendo la salute del neonato per la carenza di accudimento e nutrimento.
Non è facile individuare singoli fattori di rischio che possono portare alla negazione di gravidanza, tuttavia nei casi osservati sono stati indicati:
la giovane età (la maggior parte dei casi riguarda adolescenti);
passività, ad esempio donne che non riescono a rifiutare un rapporto sessuale non desiderato e che non insistono per usare contraccettivi;
tabù familiari o culturali, per cui, ad esempio, è impensabile rimanere incinte al di fuori del matrimonio;
una storia di abusi sessuali, per cui l’accettazione della gravidanza richiamerebbe alla memoria le esperienze traumatiche;
intelligenza limitata o povertà di conoscenze riguardo il sistema riproduttivo;
eventi di vita fortemente stressanti, come perdite o lutti;
isolamento sociale.
I dati riguardo la frequenza di negazione di gravidanza non sono stati ancora raccolti in maniera sistematica, tuttavia uno studio tedesco ha riportato un caso di diniego ogni 475 nascite (Wessel et al. 2002), dunque il fenomeno non sarebbe così raro. 



References
Psychological Aspects of Women's Health Care: The Interface Between Psychiatry and Obstetrics and Gynecology. Donna E. Stewart, 2001.
Essentials of Psychosomatic Medicine. James L. Levenson, 2007.




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