sabato 11 febbraio 2012

Psicologi e Psichiatri come stregoni nei tribunali del New Mexico





Da overlawyered.com leggiamo che nel 1995, nel New Mexico, il senatore Duncan Scott ha introdotto un emendamento che prevede:

Quando uno psicologo o uno psichiatra partecipano ad un udienza processuale come periti devono indossare un cappello a forma di cono. Sulla superficie del cappello devono essere stampati stelle e fulmini. Inoltre sono tenuti ad indossare una barba bianca non inferiore a 18cm di lunghezza e a pronunciare gli elementi cruciali della loro perizia con dei colpetti scanditi in aria con una bacchetta (magica?).
Quando lo psicologo/psichiatra fornisce la testimonianza, l'ufficiale giudiziario deve abbassare le luci in aula e battere due colpi su un gong cinese.
L'emendamento, che aveva uno scopo satirico, è stata approvato all'unanimità!



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venerdì 3 febbraio 2012

Grazie Chomsky!


I miei vani tentativi di trovare qualcuno che mi spiegasse il pensiero di Lacan sono durati per giorni. Non riuscivo a cogliere il senso delle sue parole, pensavo fosse un problema mio, dovuto a ignoranza e incompetenza.
Ma poi Noam Chomsky mi ha sollevato dal mio sconforto e i miei dubbi sull’insensatezza di Lacan hanno avuto conferma.
Leggendo alcune dichiarazioni di Chomsky sul postmodernismo (vedi qui l'originale e la traduzione in italiano) ho trovato che anche lui si è posto il mio stesso dubbio: ”mi manca la capacità intellettuale per comprendere la profondità di ciò che sto leggendo, oppure davvero tutto questo non ha senso?”
Beh, posso dubitare delle mie capacità intellettuali, ma di certo non di quelle del vecchio Chomsky!
Ecco uno stralcio delle opinioni e dei buoni consigli di Chomsky:
«E’ assolutamente possibile che mi stia perdendo qualcosa, o che mi manchi la capacità intellettuale per comprendere le profondità portate alla luce negli ultimi 20 anni dagli intellettuali di Parigi e dai loro seguaci […]. Dal momento che nessuno è riuscito a mostrarmi che cosa mi sia perso, mi rimane una seconda possibilità: non ci capisco nulla. Posso concedere che sia così, ma resto scettico, per delle buone ragioni. Ci sono molte cose che non capisco, per esempio gli ultimi dibattiti sul fatto se i neutrini abbiano una massa o il modo in cui recentemente sembra si sia dimostrato il teorema di Fermat. Ma dopo 50 anni di esperienza, ho imparato due cose: (1) che posso chiedere ad amici che lavorano in questi campi di spiegarmi le cose in un modo che io possa capirle, e loro possono farlo senza particolari difficoltà; (2) che se sono interessato, posso approfondire per imparare di più, e arrivare infine a capire l’argomento.
Ora, Derrida, Lacan, Lyotard, Kristeva, etc. (anche Foucault, che conoscevo ed apprezzavo e che era in qualche modo diverso dagli altri) scrivono cose che ancora una volta non capisco, con la differenza che in questo caso i punti (1) e (2) di cui parlavo prima non tengono: nessuno di quelli che dicono di capire queste cose riesce a spiegarmele, e personalmente non ho la minima idea di come fare a rimediare ai miei fallimenti. Rimane una sola di due possibilità: (a) che ci sia stato un qualche nuovo avanzamento nella vita intellettuale, forse una qualche improvvisa mutazione genetica, che ha creato una forma di “teoria” ben più profonda e complessa della teoria dei quanti, della topologia etc., oppure (b)… non lo voglio dire.
Ancora, ho vissuto per 50 anni in questi ambiti, ho portato avanti un discreto lavoro personale nei campi cosiddetti “filosofici” e “scientifici”, così come nella storia intellettuale, e possiedo una discreta quantità di conoscenza della cultura intellettuale nelle scienze umane e sociali, e nelle arti. Questo mi ha fornito la possibilità di sviluppare le mie personali conclusioni sulla vita intellettuale, che non preciserò qui. Vorrei semplicemente suggerirvi di chiedere a quelli che vi parlano delle meraviglie della “teoria” e della “filosofia” di giustificare le loro affermazioni – di fare quindi quello che altre persone che lavorano nell’ambito della fisica, della matematica, della biologia, della linguistica e in altri campi, sono molto felici di fare quando qualcuno gli chiede, seriamente, quali siano i principi delle loro teorie, su quali prove si basino, cosa spieghino in più rispetto a quanto era già risaputo e via dicendo. Queste sono richieste legittime che chiunque dovrebbe poter fare. Se non possono essere soddisfatte, propongo di ricorrere al consiglio che Hume ha dato in circostanze simili: diamolo alle fiamme (giacché esso non può contenere nient’altro che sofisticheria e inganno)».
Tornando a Lacan, Chomsky afferma di averlo incontrato diverse volte e di considerarlo “un ciarlatano divertente e perfettamente cosciente di sé”; un’opinione ben più diplomatica di quella espressa da Heidegger, che disse sul suo conto: “questo psichiatra ha bisogno di uno psichiatra”.
E con questo possiamo con sollievo rinunciare a capire Lacan.







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After image effect!!

Guarda il + nel centro dello schermo. Dovresti iniziare a vedere un punto verde che ruota intorno al cerchio. Questo punto verde è un’illus...