domenica 8 gennaio 2012

Quando la prevenzione della salute produce effetti collaterali... anche gravi!


Prevenire è meglio che curare… Non fumare! Mangia sano! Fai esercizio fisico!
Ecco un esempio di come la “troppa” prevenzione possa portare ad effetti indesiderati.
Sul Journal of the American Medical Association venne pubblicata una ricerca (Strandberg er al., 1991) in cui venivano esaminati gli effetti della riduzione di tre principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari: iperlipemia (aumento di lipidi nel sangue), ipertensione e fumo di sigaretta.
In diversi luoghi di lavoro, dopo aver proposto ed attuato un check-up, vennero identificati 1222 funzionari maschi tra i 35 e i 50 anni, portatori dei tre fattori di rischio sopra menzionati.
Metà dei soggetti (611) venne sottoposta per cinque anni ad un programma di prevenzione intensivo, comprendente farmaci, prescrizioni dietetiche e di comportamento. I soggetti venivano esaminati ogni quattro mesi; chi non si presentava riceveva dei promemoria per lettera.
L’adesione al programma fu molto alta (siamo nell’Europa del Nord, in Finlandia); nell’insieme l’intervento ottenne una riduzione globale dei fattori di rischio di circa il 50%. L’altra metà dei soggetti (controlli) vennero lasciati al loro (presumibilmente infausto) destino.

Dopo dieci anni venne valutata la mortalità nei due gruppi. Ecco i risultati:





Gruppo trattato
Gruppo di controllo


Mortalità totale
67
46
Mortalità cardiaca
34
14
Mortalità vascolare
2
4
Mortalità per tumori
13
21
Morti violente
13
1
Altre cause
5
6



Che spiegazione possiamo dare al fatto che ci sono state più morti (soprattutto dovute a problemi cardiaci) proprio fra le persone sottoposte al programma di prevenzione delle malattie cardiovascolari?
Mettiti nei loro panni: non avevi alcun problema di salute, non ti eri mai posto il problema di cambiare il tuo stile di vita… Il tuo errore è stato partecipare a quel programma: ti hanno allarmato per la tua salute, ti hanno tenuto in costante tensione per cinque anni, privato di attività piacevoli e rilassanti (cibo, alcolici, fumo) in assenza di una tua motivazione personale di partenza, ma sull’onda dello spavento e del ricatto implicito. Come ti sentiresti?
Una conferma di questa lettura è data dall’enorme sproporzione sul piano delle morti violente, ovvero suicidi e incidenti (gli autori ci tengono a precisare che solo un decesso su tredici poteva essere considerato del tutto accidentale, un incidente aereo), che possono essere facilmente interpretate come frutto della tensione. Non è difficile pensare che la stessa spiegazione possa valere per l’eccesso di morti cardiache.
Con questo non intendiamo demonizzare la prevenzione. Una corretta informazione sui fattori di rischio, la disponibilità di supporto professionale per gestire responsabilmente la propria salute, sono quanto mai auspicabili, tuttavia è importante tenere conto del benessere globale dell’individuo, in modo tale che il mantenimento della salute non diventi uno stress.


References

  • Luigi Solano, “Tra mente e corpo”, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2001
  • Strandberg TE, Salomaa VV, Naukkarinen VA, Vanhanen GT, Sarna SJ, Miettinen TA. Long-term mortality after 5-year multifactorial primary prevention of cardiovascular diseases in middle-aged men. JAMA. 1991; 266:1225-1229


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