domenica 15 gennaio 2012

Sexsomnia: un alibi perfetto o un vero disturbo del sonno?


Nel 2003, Jan Luedecke andò ad una festa, bevve più di una dozzina di alcolici vari e si addormentò su un divano. Poco dopo si avvicinò ad una donna che dormiva su una poltrona vicino, si mise un preservativo, e cominciò ad avere un rapporto sessuale con lei. Evidentemente la donna non gradì di essere svegliata in quel modo e lo accusò di stupro. Il neurologo canadese Colin Shapiro partecipò al processo nel 2005 in qualità di perito, testimoniando che Ludecke fu vittima di un attacco di “sexsomnia” (italianizzato come sessosonnia).
Luedecke fu assolto, sotto lo sguardo attonito della sua vittima e fra le proteste dei movimenti per la tutela delle donne.
Shapiro ha suggerito che la sexsomnia, ovvero il comportamento sessuale durante il sonno (SBS), potrebbe essere una parasonnia. Le parasonnie sono comportamenti anomali o eventi fisiologici che avvengono durante il sonno, che si registrano in circa il 2,5% degli adulti. I comportamenti violenti durante il sonno sono stati rilevati nel 2% degli adulti, mentre la prevalenza della sexosomnia è sconosciuta. 

Il caso di Luedecke pone molti dubbi, soprattutto dal punto di vista legale, dato che altre persone dopo di lui hanno invocato la sexsomnia come difesa contro accuse penali derivanti da comportamenti violenti o illegali. La valutazione di questi casi pone due domande:
1) Può un comportamento così complesso avvenire in uno stato di sonno, senza che la persona abbia coscienza o responsabilità per le sue azioni?
I ricercatori dicono di sì.
2) Può essere considerata la causa di questi casi di violenza notturna?
Beh, questo nessuno può dirlo con certezza. I presunti sonnambuli non si trovavano in un laboratorio del sonno mentre compivano la violenza sessuale.

Esistono in effetti poche evidenze oggettive per risolvere questi casi. La polisonnigrafia non può stabilire retrospettivamente se l’accusato stava dormendo durante l’atto, inoltre, poiché più del 4% degli adulti ha occasionali episodi di sonnambulismo, catturare il disturbo durante uno studio del sonno non prova che la persona era sonnambula anche durante il suo atto criminale.
Un vero groviglio psicogiudiziario!




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